L’appetito vien mangiando.
Prendersi cura di se stessi,
un concetto semplice per alcuni ma difficile per altri. Ci sono diversi modi
attraverso cui una persona può prendersi cura di sé: ad esempio curando il
proprio aspetto fisico o curando il
proprio abbigliamento, per cercare di apparire sempre alla moda e impeccabile
agli occhi degli altri. La cura di sé però, non implica solo la cura del
proprio aspetto esteriore ma anche la cura del proprio aspetto interiore. Tale
cura avviene laddove l’individuo seleziona risorse che lo aiutino a nutrire al
meglio il proprio corpo. Le persone nel corso della propria vita sono libere di
nutrire il proprio organismo con
“alimenti” positivi o negativi. Per alimenti in questo caso si fa riferimento a
tutte quelle risorse positive o negative, che andrebbero a favorire o
ostacolare il proprio benessere psicofisico. Ma come si fa ad arricchirsi per
lo più di risorse positive che negative? Per alcune persone risulta facile
prendersi cura dei propri bisogni, amarsi, non trascurarsi, per altre no. Quante
volte da piccoli ci è capitato di essere rimproverati dai nostri genitori per
ciò che mangiavamo, perché quegli “alimenti” non sani avrebbero potuto farci
male. Quanti di noi non hanno dato peso a quelle parole in quel momento,
ignorando i propri genitori e ignorando a loro volta loro stessi. Forse eravamo
troppo piccoli o forse facevamo finta di esserlo, ma ora da adulti non si riesce
più a far finta di nulla di fronte a certe cattive abitudini. Talvolta mi chiedo: ”perché è così difficile
assumere “alimenti” sani che potrebbero fare solo del bene, ma è più facile cadere
in tentazione mangiandone di scadenti?
Credo che tale difficoltà derivi dal
fatto di soffermarsi ben poco su cosa vogliamo realmente, su cosa sia meglio
per noi e di cosa realmente abbiamo bisogno.
E’ difficile guardarsi dentro per scoprirlo,
alle volte si ha paura di prendere quello specchio accanto al comodino per
guardare la propria immagine riflessa. Forse per paura di vedere come siamo o forse perché abbiamo paura di mostrarci
agli altri per come siamo. A tutti sarà capitato di nascondersi da qualche specchio
che potesse in quel dato momento riportarci alla realtà. Però quando riusciamo
a trovare il coraggio di prenderlo in mano e di guardare all’interno di esso,
scopriamo il bello che c’è in noi, quell’immagine che tenevamo nascosta per
paura di confrontarci con il mondo esterno. Talvolta fa paura prendere in mano
quello specchio per guardarsi, perché si tende a pensare che l’immagine
riflessa non sia abbastanza bella per gli altri, che quell’immagine non sia
all’altezza degli altri. Crediamo che la soluzione più semplice sia allontanare
questa paura, scacciare quell’incessante pensiero che ci rimbomba nella testa e
scappare laddove ci è possibile per nascondere noi stessi. Attraverso l’esperienza
di gruppo che ho vissuto all’interno del mio percorso universitario, mi sono
ritrovata ad affrontare una situazione nuova, una situazione che non avevo mai
avuto il coraggio di affrontare prima. Il dovermi confrontare con persone
diverse, il dover dire la mia opinione davanti agli altri, il dover lavorare in
gruppo, mi terrorizzava.
Mi sentivo confusa, era come
se stessi combattendo con due lati di me: da una parte ero spaventa ma dall’altra
ero curiosa, avevo voglia di mettermi in gioco, di sperimentarmi e di vedere
cosa sarebbe accaduto se avesse avuto la meglio questo lato di me. Ho avvertito
dentro di me la voglia di cambiare, di uscire allo scoperto, di smettere di
stare male solo per una paura, una paura che alimentavo solo io.
Ho deciso così di affrontare
questa paura, ho deciso di ascoltarla, ho deciso di trasformare questa paura in
coraggio, infondendomi fiducia e accogliendo anche la fiducia da parte del mio
gruppo, il quale mi ha accompagnato e sostenuto in questo percorso di svolta. Quest’azione
per me ha rappresentato davvero una vera
e propria svolta. Ho ripetuto a me stessa che ce l’avrei fatta, che io non ero
e non valevo meno degli altri e che se invece di criticare gli altri davo un
valore ad ognuno di loro, l’avrei guadagnato anche io. Ho deciso di rischiare
per stare bene con me stessa e per far si che potessi esserlo anche con gli
altri, cosa di cui prima mi privavo. Ognuno di noi ha paura del cambiamento,
perché non sa mai cosa aspettarsi e come potrebbe reagire di fronte ad una situazione
nuova. Il cambiamento però permette a
noi essere umani di evolverci, di migliorarci con noi stessi e con gli altri.
Ciò possiamo farlo ascoltando noi stessi, ascoltando le nostre emozioni, mostrandole
come nel caso della paura, per poter fronteggiare al meglio le situazioni che
il mondo esterno ci pone. Ma possiamo anche farlo permettendo ad ognuno di noi
di alimentarsi di risorse positive e di nutrire anche gli altri di tali risorse,
permettendo così ad ognuno di noi di star bene con se stesso.
Concludo citando una frase tratta
dal libro del Picccolo Principe di Antoine
de Saint Exupéry:
“é una follia odiare tutte le rose perché una spina ti ha punto,
abbandonare tutti i sogni perché uno di loro non si è realizzato, rinunciare a
tutti i tentativi perché uno è fallito. E’ una follia condannare tutte le
amicizie perché una ti ha tradito, non credere in nessun amore solo perché uno
di loro è stato infedele, buttare via tutte le possibilità di essere felici
solo perché qualcosa non è andato per il verso giusto. Ci sarà sempre un’altra
opportunità, un’altra amicizia, un altro amore, una nuova forza.Per ogni fine
c’è un nuovo inizio.”
Dottoressa Ortensia Posa laureata in Psicologia e tirocinante presso l'Obiettivo Famiglia Onlus.
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