Arriva l’estate e con essa il tempo degli esami di maturità, di quelli all'università e, più in là, i famigerati test di ingresso per le facoltà a numero chiuso. Fioccano gli articoli sull'ansia da esame, ci raccontano quanti studenti ne soffrono, ci spiegano cosa fare per gestirla, attutirla, eliminarla, offrono consigli a genitori preoccupati.
La
ricerca google per il termine “ansia
da esame”
produce i seguenti titoli
- Stress e Ansia da esame: strategie di controllo
- Ansia da esame: se la riconosci la superi
- Ansia da esame: 10 cose da sapere per tenerla a bada
- Ecco come battere l’ansia da esame
In
tutta la prima pagina di ricerca google non c’è nessun articolo o
pagina web che punti a chiarire tre aspetti fondamentali dell’ansia
in
generale e dell’ansia
da esame in
particolare. Concetti assolutamente basilari per uno psicologo!
#1 Provare ansia è normale!
E’
assolutamente normale provare ansia,
irrequietezza e agitazione nei giorni o settimane precedenti ad una
valutazione riguardante la nostra prestazione o preparazione.
Già
Freud, nel lontano 1925, aveva sottolineato che le reazioni di
angoscia
(in
psicoanalisi si parla di angoscia e non di ansia)
non sono tutte “nevrotiche” e che se ne riconoscono tante come
normali.
Egli
aveva quindi distinto l’angoscia
reale,
causata da un pericolo reale che riusciamo ad identificare (come un
esame appunto!), dall'angoscia
nevrotica
attivata invece da un pericolo del quale non siamo consapevoli e che
affonda le sue radici nel nostro mondo interno.
Ma
al di là dell’identificazione delle origini dell’angoscia
e
dell’ansia,
c’è un’altra motivazione che mi spinge a considerare questo
scritto di Freud come fondamentale per l’argomento di cui ti sto
parlando.
In
esso Freud descrive il passaggio da “angoscia
automatica”
come reazione contestuale ad una situazione di pericolo ad “angoscia
segnale”
cioè quello stato emotivo accompagnato
dalla classica attivazione psicofisica, che emerge proprio come
prefigurazione del pericolo, che lo pre-annuncia in qualche modo,
mettendoci in condizione
di affrontarlo:
“(…)
non è possibile trovare un’altra funzione per l’angoscia che non
sia quella di un segnale inteso a evitare la situazione di pericolo”
(Freud; 1925)
L’aspetto
fondamentale della teorizzazione freudiana sta nell'aver
sottolineato come questa trasformazione (dall'angoscia
automatica
a quella segnale) sia “un primo grande progresso
dell’auto-conservazione” (ibidem).
Perché gli esami rappresentano un pericolo tale da attivare l’ansia?
Gli
esami,
siano essi di maturità o universitari, costituiscono una situazione
di pericolo nella misura in cui dal loro fallimento (totale o
parziale) o successo (anch'esso totale o parziale) ne deriva la
soddisfazione o insoddisfazione di bisogni profondi (es. bisogno di
auto-affermazione, di rivalsa, di riconoscimento del proprio valore e
capacità più che della propria preparazione), nonché la conferma,
la disconferma o la maturazione della propria rappresentazione di sé
e dei processi identitari.
Si
verifica quindi la coincidenza tra un pericolo esterno e reale
(l’esame
e
l’espressione di un giudizio circa la preparazione) ed un pericolo
interno carico di significati che restano per lo più sconosciuti
allo studente stesso e che non devono necessariamente essere portati
alla consapevolezza.
Il
pericolo non è dunque relativo alla sopravvivenza fisica ma a ciò
che l’esito dell’esame
potrebbe
comportare, in positivo o in negativo, per la persona che la vive.
#2 L’ansia da esame non deve essere cancellata!
Tornando
al caso specifico dell’ansia
segnale
posso quindi affermare che non solo è normalissimo provare ansia
di
fronte ad una prova d’esame,
ma è soprattutto fondamentale ai fini di una buona preparazione.
Anticipare
il momento esatto della valutazione e dell’esame,
il timore di fare scena muta o che ci venga posta una domanda proprio
su quella minuscola parte del programma che invece stiamo
sottovalutando, ci spinge ad approfondire lo studio, a rimandare a
dopo il momento dello svago, così attraente mentre si sgobba sui
libri.
Si
tratta quindi di normale preoccupazione, della salutare e adattiva
ansia
segnale,
che sempre si attiva di fronte ad un pericolo reale o temuto proprio
per metterci in grado di affrontarlo.
Certo
l’ansia
è
fastidiosa e a nessuno piace provarla. Tuttavia essa è fondamentale
non solo ai fini del superamento di un problema presente:
“(…)
Preoccuparsi di ciò che accadrà in futuro può portare a un
pensiero altamente creativo. Le soluzioni dei problemi sono il
prodotto di una preoccupazione. A un atteggiamento preoccupato
possono essere associati salutari dubbi su se stessi. Se l’ansia è
vista come un problema che deve essere cancellato (…) la psiche
umana potrebbe soffrire una perdita sostanziale” (G. O Gabbard,
2002 p. 246).
Questa
citazione mi porta direttamente a parlarti del 3° aspetto
fondamentale dell’ansia
in
generale e dell’ansia
da esame in
particolare:
#3 La capacità di tollerare l’ansia
Se
l’ansia
è
un affetto fondamentale per la psiche umana, per la tua evoluzione,
il tuo adattamento e la tua creatività va da sé che l’unica cosa
che dobbiamo assolutamente fare è tollerarla, cioè metterci nella
condizione di provare ansia
senza
il bisogno impellente di eliminarla.
Questo
della tolleranza dell’ansia
è
in realtà parte di un discorso più generale e complesso riguardante
la regolazione degli stati affettivi e delle emozioni, esito di un
percorso di sviluppo che ha origine fin dalla nascita (se non prima)
e che impegna la mente umana probabilmente per tutta la vita.
Se
quindi il processo evolutivo e di sviluppo dell’autoregolazione
emotiva ha origini così lontane, complesse e attraversa l’intero
corso dell’esistenza, come possiamo pensare di risolverlo in
quattro e quattr'otto seguendo delle regole e suggerimenti per
gestire l’ansia
trovati
qua e là per il web?
Qualcuno
potrebbe obiettare che tutta questa mole di informazioni sull'ansia
in
generale e sull'ansia
da esame in
particolare, viene prodotta e pubblicata per tutti quei casi in cui
il quantitativo di ansia
è
tale da mandare in blocco lo studente oppure quando il problema
riguarda proprio la capacità di tollerarla ed auto-regolarla.
L’ansia
eccessiva
e disorganizzante, il blocco nello studio, l’impossibilità nel
presentarsi ad un esame o a superarlo con il risultato sperato, così
come le difficoltà nel tollerare l’ansia
segnale,
sono aspetti troppo importanti, seri e profondi per essere liquidati
e superati semplicemente seguendo i consigli e le regole d’oro che
si trovano on-line!
PER CONCLUDERE
- L’ansia è un stato emotivo-affettivo fastidioso che nessuno mai vorrebbe provare ma che è necessario per l’adattamento, l’evoluzione e la propria creatività;
- Sforzati di trovare la tua personale modalità di affrontare, gestire e regolare l’ansia da esame anche attraverso la richiesta di aiuto a persone che ti sono vicine (familiari stretti, parenti, amici). Questo lavoro, che adesso magari cerchi di evitare ricorrendo ai rimedi racimolati qua e là, ti tornerà utile per affrontare in futuro altre difficoltà.
- Rivolgiti all'aiuto specialistico di uno psicologo se:
- senti che l’ansia è eccessiva rispetto alla sfida che devi affrontare
- ti accorgi che l’ansia ti impedisce di studiare e concentrarti, presentarti all'esame o sostenere la situazione di esame
- senti che l’esito del tuo esame ha messo in crisi profondamente te stesso e i tuoi progetti futuri.
Buona
Salute!