La psicoterapia di gruppo si fonda sulla forza delle esperienze condivise. Questo perché l'essere in un gruppo produce una serie di sensazioni percettive ed emotive che vanno oltre le sensazioni sperimentate individualmente; tutto questo va a costituire la raffigurazione del gruppo, la sua primitiva rappresentazione.
"Il gruppo non è la semplice somma degli individui che lo compongono"
Il gruppo è in grado di creare una coscienza di gruppo, che avvicina le persone di cui è composto e abbatte ogni tipo di barriera; ma può anche essere visto come uno strumento per completare e rafforzare il lavoro individuale.
Le sedute di gruppo, così come le sedute individuali, consistono in incontri periodici il cui scopo principale è l’espressione di sentimenti e vissuti in un ambiente protetto ed il raggiungimento della consapevolezza delle proprie dinamiche interne ed interpersonali.
Si tratta di un gruppo di evoluzione e sviluppo personale dove ciascuno dei partecipanti ha la possibilità di effettuare un lavoro individuale in cui è assistito da un agevolatore e può utilizzare una o più componenti del gruppo in qualità di personaggi e/o figure della sua esistenza e/o della sua immaginazione.
Ciò permetterà di trattare temi sempre nuovi e diversi, ma condivisi e soprattutto vissuti in modi diversi dai singoli membri del gruppo. Tali argomenti potranno essere poi oggetto di discussione e di confronto, al fine di supportare ogni singola persona.
Ma come può funzionare bene un gruppo di psicoterapia?
Generalmente vengono adottate una seria di regole, al fine di gestire nella maniera più ottimale possibile le narrazioni che di volta in volta vengono fatte.
- La riservatezza e la confidenzialità: i partecipanti si impegnano a non condividere con persone estranee al gruppo quanto accade nel gruppo stesso.
- I confini del setting: i partecipanti si impegnano a non frequentarsi tra loro all'esterno del gruppo e a non avere rapporti sessuali con altri membri del gruppo, per consentire una totale libertà espositiva nel momento di esplorazione terapeutica.
- Il tempo a disposizione fisso: fa si che ognuno utilizzi il gruppo lasciando spazio agli altri.
- Esprimersi invece che dialogare: durante la fase esplorativa dell’incontro di gruppo non è consentito dialogare con la persona che in quel momento ha la parola, anche quando si viene direttamente interpellati da essa. Nel momento della discussione tutti gli interessati potranno portare il proprio contributo sia a livello emotivo che cognitivo ed esperienziale.
- Il basta davvero: è una formula convenzionale che, pronunciata da chi sta compiendo un’esplorazione in profondità, gli permette di interrompere il suo lavoro, richiamando il gruppo a sospendere e fermare del tutto ed immediatamente l’interazione in corso.
- La conoscenza pregressa: qualora entrando a far parte del gruppo si dovesse incontrare una persona con la quale si condivide una conoscenza pregressa, è bene parlarne quanto prima con la terapeuta per valutare insieme il da farsi.
- Negli incontri di terapia individuale: è consentito solo la rielaborazione del proprio vissuto personale e non un’indagine sul lavoro di qualcun altro.
- Chiusura della terapia di gruppo: la decisione di interrompere la terapia di gruppo dovrà essere concordata con la terapeuta nella sessione individuale (o comunque durante un colloquio) e comunicata al gruppo almeno due incontri prima dell’effettiva chiusura per consentire a tutti di chiudere eventuali aspetti lasciati in sospeso e per poter effettuare il saluto al gruppo.
Ma la regola più importante è:
"Ciascuno riceve nella misura in cui dà".
