Ogni
giorno, nella vita privata ed in quella professionale, abbiamo la conferma che siamo tutti collegati,
che ogni singola persona fa parte di un gruppo, arrivando alla conclusione che
davvero “nessun uomo è un isola”.
Quello
che personalmente ho vissuto, e che sto tuttora vivendo, soprattutto grazie al
mio percorso di tirocinio professionalizzante in Psicologia, mi spinge a
riflettere sull’importanza terapeutica del gruppo. Nella struttura in cui
svolgo il tirocinio infatti non sono sola, ma condivido il tempo e lo spazio con altri quattro ragazzi.
La
nascita di questo gruppo inizia con l’arrivo di queste persone sconosciute,
ognuna con un “bagaglio” di idee, vissuti e paure, “costrette” a far posto per la valigia dell’altro.
Non
ci siamo scelti, probabilmente al di fuori di questa esperienza non ci saremmo
mai conosciuti, ma in qualche modo, con il tempo e la supervisione dei nostri
tutor, ci siamo trasformati, oggi non siamo più cinque estranei che condividono
uno spazio, quello che vedo è più simile ad una macchina, in cui ogni pezzo è
fondamentale affinché possa funzionare.
Lavoriamo
insieme, ci confrontiamo, discutiamo, ognuno dà spazio e tempo agli altri,
ognuno prova ad entrare nel mondo e nella visione dell’altro, sempre con
sensibilità e rispetto.
Irving
Yalom, uno psicoterapeuta statunitense, parla di “fattori
terapeutici“ nella psicoterapia di gruppo, ovvero ci sono un insieme di elementi, presenti solo nel gruppo, che sono responsabili
del cambiamento positivo delle persone. Approfondendo la questione in merito,
mi sono resa conto che, anche se questo gruppo non ha scopi terapeutici,
in parte riesce a rispecchiare le medesime funzioni.
Il
gruppo infonde speranza, ci dà, ad ognuno di noi, la possibilità di affidarci all’altro,
ci mostra che non siamo gli unici a soffrire o a vivere determinate situazioni.
Ci permette, in una situazione protetta, di acquisire una maggior consapevolezza
di noi stessi, di valutare l'impatto dei nostri comportamenti sugli altri, di
stabilire relazioni interpersonali diverse e gratificanti, di sperimentare
nuovi comportamenti e di utilizzare le capacità acquisite anche al di fuori del
gruppo.
Sono
enormemente grata a questo gruppo, alle sue dinamiche e alle sue potenzialità,
sento che in me ha favorito un cambiamento, ogni persona conosciuta qui dentro mi
ha permesso di scoprire altro di me, di rendere il mio “bagaglio” più capiente
e allo stesso tempo ricco.
Il
gruppo mi ha dato l’opportunità di affrontare i miei limiti e riconoscere le
mie risorse, mi ha insegnato a saper stare con gli altri ed anche in perfetta
solitudine, mi ha permesso di scegliere se essere un isola, distaccata dagli altri,
o appartenere a qualcosa.
Dott.ssa Valentina D’Alessio
Laureata in Psicologia Clinica e della Salute e tirocinante presso la Obiettivo
Famiglia Onlus
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