BULLISMO OMOFOBICO: UNA NUOVA FORMA DI BULLISMO
Il bullismo
omofobico è una nuova di bullismo diffusa negli ultimi anni soprattutto
nell’ambito scolastico.
E’
caratterizzata da atteggiamenti discriminatori nei confronti di
adolescenti omosessuali. Tale fenomeno è particolarmente evidente all’interno
dell’ambito scolastico, il quale contribuisce, insieme all’ambiente familiare,
alla formazione dell’identità dell’adolescente. Per constatare e per indagare
più nello specifico tale fenomeno, ho intrapreso un progetto sperimentale, al
fine della tesi magistrale, che prevedesse la raccolta di dati attraverso la
somministrazione di diversi questionari, volti a mettere in luce atteggiamenti
tipici del bullismo, opinioni pregiudizievoli o meno relative al tema
dell’omosessualità, funzionamento familiare e condotte morali. La ricerca ha
coinvolto 165 studenti delle scuole secondarie della città di Chieti, i quali
si sono mostrati collaborativi e partecipi ai fini del progetto sperimentale.
Da tale
ricerca non è emerso un elevato pregiudizio nei confronti dell’omosessualità
anche se, a mio parere potrebbe essersi verificato il fenomeno della
“desiderabilità sociale”, cioè i ragazzi potrebbero aver dato risposte non del
tutto sincere per rendersi desiderabili agli occhi dello sperimentatore. Ciò
potrebbe essere accaduto in quanto i ragazzi, prima della somministrazione dei
questionari, sono stati informati sul tema della ricerca. Sono emersi però due
aspetti interessanti: l’omosessualità è ritenuta come qualcosa che
l’individuo sceglie; l’omosessualità femminile viene maggiormente accettata
perchè considerata, soprattutto dai maschi, come un atteggiamento più
facilmente tollerabile.
La non
accettazione di questi atteggiamenti omosessuali maschili, si ripercuoterebbe
anche negli atti discriminatori di cui i ragazzi fanno cenno all’interno dei
questionari e si verificherebbe in larga misura soprattutto in una dimensione
in cui tale fenomeno è difficile da contrastare: internet. Ciò fa scaturire
nei ragazzi un forte turbamento e una paura per non essere accettati per
come sono. Questo rifiuto si manifesta fortemente anche all’interno dell’ambito
familiare, dove la maggior parte di loro riferisce di riscontrare una
difficoltà nella comunicazione con i propri genitori. Tale difficoltà
provocherebbe nell’adolescente una chiusura a livello emotivo e
un’insoddisfazione affettiva che potrebbe portarlo a ricercare affetto e
comprensione al di fuori del contesto familiare.
La
motivazione che mi ha spinto ad intraprendere tale ricerca è legata alla
questione che gli adolescenti vengono spesso abbandonati a loro stessi laddove
dovrebbero essere sostenuti ed indirizzati lungo un cammino di formazione verso
l’individualità e la vita adulta. Per far ciò sarebbe opportuno creare una
stretta alleanza tra scuola e famiglia e uno spazio di condivisione e di
interazione che possa accrescere l’autostima dei ragazzi e rafforzare
l’alleanza all’ interno del gruppo classe. Ascoltare i dubbi, le paure e le
idee dei ragazzi aiuta loro ad emergere, a non isolarsi e a credere che nessun
traguardo sia impossibile da raggiungere e che non si è mai da soli
nell’affrontarlo.
Laureata alla Magistrale in Psicologia dello sviluppo presso l'Università G. D'annunzio Chieti-Pescara e tirocinante presso la Obiettivo Famiglia Onlus.
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