giovedì 19 novembre 2015

IN GRUPPO È MEGLIO


Le complicanze mediche dell’obesità grave devono essere affrontate in contesti sanitari specializzati. Ma a poco serve controllare diabete e sindrome dismetabolica se la terapia non comprende anche una ristrutturazione cognitivo comportamentale finalizzata alla modifica dello stile di vita.
Il mantenimento del peso perso a lungo termine, che è il vero obiettivo della terapia, è molto difficile, anche con approcci terapeutici molto invasivi. Gli studi controllati di Cristopher Fairnburn in Gran Bretagna e di Riccardo Dalle Grave in Italia dimostrano che i risultati migliori si ottengono con l’approccio cognitivo comportamentale, secondo un protocollo finalizzato alla modifica dello stile di vita.
Tutt’oggi sappiamo che questo protocollo è il massimo che possiamo fare per i nostri pazienti, anzi insieme ai nostri pazienti. Gli esiti sono positivi nel 60% dei casi con follow up 5 anni, solo se c’è stata modifica dello stile di vita, indipendentemente dal metodo usato per calare di peso, compresa la chirurgia bariatrica.

Una prospettiva fioriera di speranze per il trattamento dell’obesità è l’applicazione del modello cognitivo comportamentale in contesti terapeutici di gruppo, piuttosto che individuali.
In attesa di studi controllati, l’esperienza clinica induce a pensare che i vantaggi della terapia di gruppo superano di gran lunga difficoltà ed ostacoli. Vediamo.

VANTAGGI
Basso costo: consente l’accesso alla terapia anche a persone con basso reddito; spesso il drop out delle terapie individuali è causato dagli alti costi delle sedute.
Effetto di amplificazione: il gruppo potenzia i messaggi positivi e consente il confronto con esperienze ed emozioni vicine ed aumenta la possibilità di soluzioni comportamentali alternative.
Socialità: consente la condivisione di momenti difficili con persone che hanno gli stessi problemi, ma anche la partecipazione ai successi degli altri. Spesso l’obesità grave porta ad isolamento sociale e riduce lo spazio vitale della persona; uscire dalla chiusura produce effetti positivi a catena, anche se è possibile a volte un innalzamento del livello di ansia.
Supporto per la gestione delle emozioni; il gruppo diventa una piccola palestra nella quale sperimentarsi. Anche se la finalità del gruppo è essenzialmente comportamentale, cioè legata alla modifica dello stile di vita, un programma di questo genere comporta che il paziente affronti le emozioni che rendono difficile la “guarigione”.

SVANTAGGI
Difficoltà di tipo operativo: il gruppo ha rigidità di orario, è meno flessibile rispetto alle esigenze particolari dei singoli, si avvia quando si raggiunge un numero minimo di iscritti, quindi può capitare di dover aspettare del tempo prima di poter essere inseriti in un gruppo. Considerato che alcune persone, quando decidono di attivarsi sentono una specie di “urgenza”, può essere una difficoltà.
Alcune persone possono essere trattenute dal timore di non avere spazio sufficiente all’espressione in gruppo; per questo motivo, il modello che io adotto prevede anche la programmazione di colloqui individuali che consentano alle persone di avere lo spazio di ascolto di cui abbiano bisogno, secondo le necessità specifiche.

CONCLUSIONE
In considerazione del fatto che la terapia dell’obesità grave deve comunque prevedere il trattamento di tutti gli aspetti medici, nutrizionali, motori, psicologici ed emotivi, è opportuno proporre ai pazienti motivati un percorso di gruppo finalizzato alla modifica dello stile di vita. Nella mia esperienza, tale percorso deve avere le seguenti caratteristiche:
  • contesto emotivo accogliente;
  • finalità psico - educazionale;
  • contenitore degli ostacoli da superare;
  • valorizzazione e condivisione dei successi;
  • contratto terapeutico che riduca al minimo le possibilità di drop out.
Aggiungo anche che esperienze molto positive si hanno con piccoli gruppi familiari, coppie che affrontano insieme il percorso, con vantaggi notevoli per l’intero nucleo, anche per i membri (ad es. bambini ed adolescenti) che non frequentano personalmente gli incontri. Ovviamente questo è possibile quando l’obiettivo è prevalentemente comportamentale ed il contesto emotivo lo consente, cioè quando le relazioni familiari sono sufficientemente buone da poter prevedere la collaborazione tra le persone. 

(Lia Cama gennaio 2012)
FONTE:http://www.psicologiaobesitabulimia.it/in-gruppo-%C3%A8-meglio/

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