Le complicanze
mediche dell’obesità grave devono essere affrontate in contesti sanitari
specializzati. Ma a poco serve controllare diabete e sindrome dismetabolica se
la terapia non comprende anche una ristrutturazione cognitivo comportamentale
finalizzata alla modifica dello stile di vita.
Il mantenimento
del peso perso a lungo termine,
che è il vero obiettivo della terapia, è molto difficile, anche con approcci
terapeutici molto invasivi. Gli studi controllati di Cristopher Fairnburn in
Gran Bretagna e di Riccardo Dalle Grave in Italia dimostrano che i risultati
migliori si ottengono con l’approccio cognitivo comportamentale, secondo un protocollo finalizzato alla
modifica dello stile di vita.
Tutt’oggi sappiamo
che questo protocollo è il massimo che possiamo fare per i nostri pazienti,
anzi insieme ai nostri
pazienti. Gli esiti sono positivi nel 60% dei casi con follow up 5 anni, solo
se c’è stata modifica dello stile di vita, indipendentemente dal metodo usato
per calare di peso, compresa la chirurgia bariatrica.
Una prospettiva fioriera di speranze
per il trattamento dell’obesità è l’applicazione del modello cognitivo
comportamentale in contesti
terapeutici di gruppo, piuttosto che individuali.
In attesa di studi controllati,
l’esperienza clinica induce a pensare che i vantaggi della terapia di gruppo
superano di gran lunga difficoltà ed ostacoli. Vediamo.
VANTAGGI
Basso
costo: consente
l’accesso alla terapia anche a persone con basso reddito; spesso il drop out
delle terapie individuali è causato dagli alti costi delle sedute.
Effetto di
amplificazione: il gruppo
potenzia i messaggi positivi e consente il confronto con esperienze ed emozioni
vicine ed aumenta la possibilità di soluzioni comportamentali alternative.
Socialità: consente la condivisione di
momenti difficili con persone che hanno gli stessi problemi, ma anche la
partecipazione ai successi degli altri. Spesso l’obesità grave porta ad
isolamento sociale e riduce lo spazio vitale della persona; uscire dalla
chiusura produce effetti positivi a catena, anche se è possibile a volte un
innalzamento del livello di ansia.
Supporto per
la gestione delle emozioni; il gruppo diventa una piccola palestra nella quale sperimentarsi. Anche
se la finalità del gruppo è essenzialmente comportamentale, cioè legata alla
modifica dello stile di vita, un programma di questo genere comporta che il
paziente affronti le emozioni che rendono difficile la “guarigione”.
SVANTAGGI
Difficoltà
di tipo operativo: il gruppo ha
rigidità di orario, è meno flessibile rispetto alle esigenze particolari dei
singoli, si avvia quando si raggiunge un numero minimo di iscritti, quindi può
capitare di dover aspettare del tempo prima di poter essere inseriti in un
gruppo. Considerato che alcune persone, quando decidono di attivarsi sentono
una specie di “urgenza”, può essere una difficoltà.
Alcune persone possono essere
trattenute dal timore di non avere
spazio sufficiente all’espressione in gruppo; per questo motivo, il
modello che io adotto prevede anche la programmazione di colloqui individuali
che consentano alle persone di avere lo spazio di ascolto di cui abbiano
bisogno, secondo le necessità specifiche.
CONCLUSIONE
In considerazione del fatto che la
terapia dell’obesità grave deve comunque prevedere il trattamento di tutti gli
aspetti medici, nutrizionali, motori, psicologici ed emotivi, è opportuno
proporre ai pazienti motivati un percorso di gruppo finalizzato alla modifica
dello stile di vita. Nella mia esperienza, tale percorso deve avere le seguenti
caratteristiche:
- contesto
emotivo accogliente;
- finalità
psico - educazionale;
- contenitore
degli ostacoli da superare;
- valorizzazione
e condivisione dei successi;
- contratto
terapeutico che riduca al minimo le possibilità di drop out.
Aggiungo anche che esperienze molto
positive si hanno con piccoli gruppi familiari, coppie che affrontano insieme
il percorso, con vantaggi notevoli per l’intero nucleo, anche per i membri (ad
es. bambini ed adolescenti) che non frequentano personalmente gli incontri.
Ovviamente questo è possibile quando l’obiettivo è prevalentemente
comportamentale ed il contesto emotivo lo consente, cioè quando le relazioni
familiari sono sufficientemente buone da poter prevedere la collaborazione tra
le persone.
(Lia Cama gennaio 2012)
FONTE:http://www.psicologiaobesitabulimia.it/in-gruppo-%C3%A8-meglio/
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